Due piante giapponesi sono eleganti in tutte le situazioni, dentro e fuori casa, purchè mai al sole. Hanno in comune il fatto che sono, per così dire, in un limbo di piante che non si sa bene se sia meglio coltivare fuori (ma allora possono patire gelate) o dentro (però un po' insofferenti a temperature superiori a 15-16°C e all'aria asciutta). Insomma, rappresentano una magnifica risorsa per verande, i porticati, i vani scala, le stanze di casa con moderato riscaldamento e gli angoli di terrazze e balconi riparati dalle correnti d'aria. Il rinvaso non serve tutti gli anni: basta eseguirlo ogni tre anni in aprile, riservandosi l'impegno gli altri anni di sostituire lo strato superficiale di terra con altro terriccio fresco.
ARALIA JAPONICA. Coltivata in contenitore cresce sino a 1,5 metri di altezza. Ha portamento arbustivo e foglie palmato-lobate sempreverdi, grandi e lucenti, su lunghi piccioli. La varietà 'Variegata' con screziature crema è molto bella, ma meno rustica. Vuole terriccio fertile, fresco e ben drenato, poche annaffiature in inverno e molte in estate, accompagnate tra giugno e settembre da concimazioni liquide per piante verdi ogni due settimane. In terrazza super l'inverno coltivata contro un muro riparato, se necessario coperta nei periodi di gelo con un velo di tessuto non tessuto. Si riproduce con facilità da talea di ramo.
ASPIDISTRA ELATIOR. Austera pianta delle verande borghesi dell'ottocento, ha foglie scure, lanceolate, lunghe 30-50 cm, con i piccioli che si formano direttamente nella terra. Viene chiamata pianta di ferro, per significare l'estrema resistenza a tutto. Vuole terriccio ben drenato (meglio un pugno in più di sabbia fine che uno in meno) e discrete annaffiature estive, minime in inverno. Si riproduce per divisione di rizomi sotterranei ma, essendo saggio non disturbarla spesso, meglio usare vasi grossi abbastanza perchè possa riprodursi per 5-6 anni o più.
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